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na recente indagine subacquea ha individuato i re-
sti che potrebbero corrispondere al mitico tempio fe-
nicio-punico di Melquart ed Ercole a Cadice, in
un'area tra Camposoto (San Fernando) e Sancti Petri, a Chi-
clana. Ritrovamento che, se confermato, potrebbe risolvere
una delle grandi incognite dell'archeologia. La struttura, si-
tuata a una profondità compresa tra cinque e tre metri e con
dimensioni di 300 metri di lunghezza e 150 di larghezza, è
stata localizzata grazie al lavoro di telerilevamento effettua-
to da Ricardo Belizón Aragón e Antonio Sáez Ro-
mero, dell'Università di Siviglia. La ricerca, presen-
tata al Centro di Archeologia Subacquea di Cadice,
ha determinato l'esistenza nei dintorni del canale
Sancti Petri di altre strutture che potrebbero corri-
spondere a porti e altri edifici che indicherebbero l'e-
sistenza di un’antica struttura ormai sommersa. Il
luogo e le caratteristiche in cui sono stati collocati i
possibili resti di questo ricercato tempio, sottoposto
all'ondeggiare delle maree, che rende difficili le in-
dagini, corrispondono alle descrizioni dello spazio
mitico riportate nei loro testi da autori classici come
Strabone, Posidonio e Filostato, tra i tanti, corrobo-
rando la loro teoria. Il punto del ritrovamento dista
circa quattro chilometri da quello recentemente se-
gnalato da un'altra indagine di esperti delle univer-
sità di Córdoba e Cadice. Dopo la prima analisi del-
le informazioni ottenute, unitamente ai dati documentali e
archeologici già esistenti sull'area, il personale della Delega-
zione Territoriale, dell'Università di Siviglia e del Centro di
Archeologia Subacquea ha compiuto diversi sopralluoghi. I
dati raccolti hanno rivelato l'esistenza di un ambiente total-
mente diverso da quello sinora ipotizzato: un nuovo paesag-
gio costiero e un litorale fortemente antropizzato, con la pre-
senza di possibili dighe foranee, grandi edifici e anche un
possibile bacino portuale chiuso.
SCOPERTE LE COLONNE DI ERCOLEA CADICE?
LA RAZÒN, 15 DICEMBRE
U
n oggetto insolito scoperto dai metal detector nel
2020 nel nord-est dell'Inghilterra lascia perplessi
gli studiosi. In questo caso non sono gli archeologi
ad essere perplessi, ma gli esperti linguistici che studiano
le origini e l'evoluzione della lingua inglese. L'oggetto in
questione è una piccola croce medievale d'oro che è stata
trovata lungo le rive del fiume Tweed vicino a Berwick
nella contea di Northumbria, nel nord dell'Inghilterra.
L'esistenza di questa croce medievale è stata recentemente
annunciata dal
British Museum,
come parte della
sua divulgazione annuale sui significativi reperti
archeologici rinvenuti nel Regno Unito l'anno
scorso. La minuscola croce medievale in metallo
prezioso è lunga solo 2,5 per 1,5 centimetri e ha un
foro in un'estremità che mostra che è stata indos-
sata come ciondolo. Gli studiosi hanno determina-
to che la croce è stata realizzata tra il 700 e il 900
d.C.. Ciò che rende questa piccola croce così straor-
dinariamente rara è l’essere incisa con una scrittu-
ra runica e l’essere il primo ciondolo a croce me-
dievale mai trovato che abbia questa caratteristica.
Il messaggio di sei lettere apparentemente identifi-
ca il proprietario della croce, un uomo che sembra
essere stato chiamato Eadruf. Un nome insolito
nell’Inghiterra medioevale. Il professor John Hi-
nes, archeologo e specialista in linguistica antica dell'Uni-
versità di Cardiff, pensa si tratti di una contrazione di
Eardwulf, un nome popolare nel IX secolo, condiviso da
una serie di noti personaggi storici, tra cui Eardwulf di
Lindisfarne, vescovo di una comunità monastica che ini-
zialmente si trovava sull'Isola Santa di Lindisfarne, appe-
na al largo della costa nord-orientale dell'Inghilterra. For-
se fu proprio lui il proprietario di questa croce. Resta un
mistero però la presenza delle rune su di essa.
RARE RUNE INCISE SUUNA CROCE IN INGHILTERRA
THE TELEGRAPH, 14 DICEMBRE