

10 - ATHAME
L’oltre nella Wicca
Non c’è nella Wicca una visione precisa,
né tantomeno dogmatica, di quello che
avviene quando una persona muore.
Tuttavia è possibile ricavare alcune
credenze condivise dalla maggior par-
te dei wiccan relativamente alla morte,
che ci possono offrire una più ampia
chiave di lettura di questo Sabba. Qua-
si tutte le streghe infatti credono alla
reincarnazione, anche se ovviamente
non si tratta di un dogma, poiché ogni
strega crede ciò che trova più accetta-
bile o significativo per se stessa.
Alcune streghe si riferiscono al feno-
meno della reincarnazione come ad
una memoria genetica o all’inconscio
collettivo. Non è questa la sede per ap-
profondire questo argomento tuttavia,
la teoria più diffusa è che esiste uno
stadio intermedio tra il distacco dal
piano fisico e il momento in cui la per-
sonalità individuale legata alla vita ap-
pena vissuta si dissolve, questo stadio
viene chiamato la Terra dell’Estate.
Si suppone che in questo stadio lo
spirito analizzi le esperienze della vita
appena trascorsa e le assimili nel suo
Se superiore, che è considerato il no-
stro vero nucleo immortale, prima di
una successiva incarnazione o di un
passaggio ad un livello superiore di
esistenza.
Molti dei concetti relativi alla morte e
alla reincarnazione sono mutuati dalle
scuole esoteriche e in particolare dalla
teosofia. Ovviamente si rifugge dall’ot-
tica legata a colpa e punizione, quindi
dall’inferno, come da quella legata a
merito e premio, il paradiso. Ogni vita
è esperienza e quindi anche possibilità
di “conoscenza”.
Non c’è dubbio che esistano degli spi-
riti come anche delle esistenze tor-
mentate, questo lo possiamo vedere
benissimo anche in vita. Quello che
viene normalmente chiamato “inferno”
dal mondo cristiano (tartaro da quello
pagano classico, ecc.), non possiamo
più vederlo realmente come una puni-
zione degli dei, quanto piuttosto come
una condizione mentale che molto
spesso si realizza anche in vita.
Nella Wicca si è perso il concetto della
punizione divina perché si può capire
benissimo che l’uomo è in grado di
punirsi da solo e spesso nei modi più
terribili e che in sostanza è come dire
che “l’inferno esiste solo per chi ne ha
paura.”
In questo rituali i dolci hanno un ruolo particolarmente importante, per cui mi sento
di consigliare un paio di ricette di facile preparazione.
Il primo dolce rappresenta l’antica tradizione di offrire fave agli dei degli inferi e sono
appunto le
“fave dei morti”
che si ritrovano in numerosi luoghi in Italia. Si fanno
tritando 200 grammi di mandorle dolci, pelate, sino ad ottenere pezzetti grandi come
chicchi di riso. Mescolare con 100 grammi di zucchero, 100 grammi di farina ed un
pizzico di cannella aggiungendo un bicchierino di grappa che consentirà di ottenere
una pasta morbida, ma non molle. Si faranno poi delle palline grandi come una fava
che andranno un po’ schiacciate con il pollice e spennellate con del rosso d’uovo che
andranno su una placca imburrata e cotte in forno per dieci minuti a 220°.
Il secondo dolce è invece più tipico del nord est del Piemonte, si tratta delle “
ossa
da mordere”
. 250 g di farina, 100 g di nocciole, 100 g di mandorle dolci, 400 g di
zucchero, 2 albumi, il succo di un limone, burro per ungere la placca, farina. In una
ciotola ampia mescolate due albumi di uova grosse, montati a neve ben ferma, a 400
grammi di zucchero, aggiungete 250 grammi di farina e profumate con il succo di
mezzo limone e un po’ della sua scorza, aggiungete 100 grammi di nocciole, tritate
spesse, e le mandorle intere e seguitate a lavorare fino ad ottenere un composto piut-
tosto sodo. Su di un tagliere tagliere allungate l’impasto come a formare un serpen-
tello, che tagliate a fettine sottili 1/2 cm e lavorate per formarne tante piccole ossa.
Disponete i biscotti sopra una placca, imburrata e infarinata, quindi passate in forno
già caldo a 180°C, per circa 20 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare.
Ricette
Traditional Irish halloween Jack-o’-lantern