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mo obiettivo
, ovvero far sì che i 2 step
vengano realizzati sempre con le stes-
se tempistiche. Dovremo, ad esempio,
metterci sempre 2 secondi per eseguire
lo step 1, cioè da quando muoviamo
l’arco a quando completiamo l’alline-
amento delle spalle in pretrazione. Ri-
petiamo la stessa azione per lo step 2
e ottimizziamo i tempi anche in questa
fase, portandola ad avere tempistiche
costanti, ad esempio, a 3 secondi da
quando iniziamo la trazione dopo aver
allineato le spalle, fino a quando la
corda non ci toccherà il naso. Ora che
abbiamo preso coscienza di questi tem-
pi, possiamo unire le cose e costruire
la nostra posizione con un tempo di 5
secondi. Semplice no? Ma ora viene il
bello… che ritmo c’è tra le due fasi?
Lo step 1 dura 2 secondi e lo step 2
ne dura 3, per un totale di 5 secondi
da quando cominciamo a muoverci a
quando arriviamo con la corda a con-
tatto del naso.
Da un’analisi che ho svolto sui tempi
e sui timing degli atleti di alto livel-
lo, emerge un dato fondamentale: la
maggior parte di loro ha infatti un rap-
porto tra step 1 e step 2 di 1:1, cioè
ci mettono lo stesso tempo a sollevare
l’arco e ad allineare le spalle e ad ef-
fettuare la trazione fino ad ottenere i
contatti al viso. Cerchiamo di chiarire
un concetto: tempo e timing non sono
la stessa cosa. Il tempo si riferisce alla
tempistica di realizzazione dell’intero
gesto ed è assolutamente personale. Il
timing, invece, di personale non ha nul-
la e, come abbiamo visto, deve avere
un ritmo ben preciso. Possiamo riassu-
mere, dicendo che il timing rappresen-
ta il ritmo del passaggio tra i punti di
sequenza e che quindi non può avere
eccessive personalizzazioni. Prendiamo
in esame due atleti di indiscusso livel-
lo, Kim Woojin e Brady Ellison. Il primo
ha un tempo medio di 2.2 secondi per
raggiungere i contatti, il secondo di 4.6
secondi. In entrambi i casi, però, abbia-
mo un rapporto tra step 1 e step 2 di
1:1 e la stessa cosa vale per molti altri
atleti di vertice.
Un altro dato importante, viene dall’a-
nalisi sotto stress degli stessi atleti. I so-
pracitati non variano i tempi tra i match
più agevoli e le finali più impegnative…
la stessa cosa non la si può dire di chi
arriva in finale con disinvoltura e poi
perde uno scontro già vinto sulla car-
ta perché, manco a dirlo, i suoi tempi
cambiano, normalmente con una va-
riazione nella fase finale dello step 2
che va a sballare il rapporto che non
risulta più di 1:1, aprendo la porta a
facili irrigidimenti che generano errori.
Alcuni “trucchi del mestiere”
Torniamo a noi, sapete ormai bene che
dico sempre di non copiare i campioni,
ma in questo caso non sarà una perso-
nalizzazione tecnica difficile quella da
copiare, bensì una semplice gestione
delle tempistiche del gesto.
Avevamo detto che eseguivate lo step
1 in 2 secondi e lo step 2 in 3 per un
totale di 5. A questo punto, vi consiglio
di provare a muovervi leggermente con
maggiore lentezza in partenza, per poi
accelerare un po’ nel finale. Effettua-
te un po’ di tiri valutando sempre cosa
succede tramite un video di control-
lo. Un facile trucchetto sarà quello di
Se ne parla troppo poco
ed è il motivo per cui
lo facciamo ora noi.
Ci riferiamo ai tempi
di esecuzione del movimento,
che deve avere un ritmo
ben preciso.
Altrimenti gli errori saranno
dietro l’angolo.
del gesto tecnico
Da notare come il tempo tra i due atleti
di fama mondiale - nella fattispecie
Brady Ellison e Kim Woojin - sia
differente, ma come il timing
invece rispetti un rapporto di 1:1.
2. Pretrazione
3. Contatti
Step 2
1.1”