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SOCIETÀ
T
utti conosciamo il fuoco, fenomeno nel quale si svi-
luppano la luce e il calore per effetto della combustio-
ne. Secondo i filosofi greci, era uno dei quattro elementi
fondamentali – chiamati anche archetipi elementari –
insieme all’aria, alla terra e all’acqua; principio divino e
incorruttibile che formava gli astri e le anime.
Fu oggetto di culto presso molti popoli, da parte dei
sacerdoti di Baal, dei bramini indiani, delle sacerdotesse
del Sole nel Perù, delle Vestali di Roma, simboleggiante la
sacralità e l’indispensabilità nella vita civile, etc.
Circa un milione e mezzo di anni fa, gli uomini primi-
tivi, dopo la sua scoperta sfregando due pezzetti di legno,
identificarono il fuoco con il Sole, sorgente di fecondità, di
crescita e di abbondanza.
Gli storici concordano nel ritenere che i riti del fuoco
ebbero origine col culto solare. Il dio Sole fu invocato nelle
feste agricole e nei riti della fertilità e allo stesso furono
dedicati petroglifi con raggiere nell’Età del Bronzo, simbo-
logie di falchi e aquile solari, elefanti col Sole in fronte, ser-
penti di fuoco. Nel solstizio d’inverno
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i nostri antenati
accendevano grandi fuochi e con canti e danze invocavano
il Sole a far luce e non spegnersi; erano convinti che le
vampate di fuoco potessero rinforzare l’astro benefico.
I fuochi votivi o evocativi – chiamati falò, focarazze,
focaracci, focarò, focarù, faòri, etc. – erano molto diffusi
nell’antichità e oggi il folklore popolare li fa sopravvivere
in molti luoghi.
Si fanno per celebrare festività in onore della Madonna,
dei santi patroni, succeduti al culto delle divinità pagane e
degli eroi. Evocano i roghi delle streghe, bruciano le forze
del male, vincono le malvagità umane.
Le feste del fuoco
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di Isidoro
Sparnanzoni
Il serpente Uraeus della mitologia egizia era il
simbolo del fuoco (come energia solare), del
movimento e del potere sopra la vita e la morte.
Portava sulla testa il simbolo del sole e il simbo-
lo circolare della lunga vita
Sotto: Agni, il dio del fuoco, è la personificazio-
ne del fuoco del sacrificio, ha due teste, una
benevola, l’altra malevola